
19 Mag Rinviati a giudizio 5 poliziotti e 2 carabinieri. Sono accusati di falso, calunnia, favoreggiamento, truffa e abuso d’ufficio
La Procura della Repubblica di Marsala ha rinviato a giudizio 5 poliziotti e 2 carabinieri. I 7 rappresentanti delle forze dell’ordine sono accusati di falso materiale e ideologico in atto pubblico, calunnia, favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio, truffa, abuso d’ufficio. Si tratta di Nicolò D’Angelo, vicequestore e dirigente della Polstrada di Trapani; Carlo Nicotri, commissario capo, ex dirigente del commissariato di polizia Mazara del Vallo (Tp), poi trasferito alla Questura di Palermo; i sovrintendenti di polizia Antonio Sorrentino e Vito Pecoraro e l’assistente Vincenzo Dominici (tutti e tre, fino a poco tempo fa in servizio al Commissariato di Mazara e recentemente trasferiti in Calabria); i carabinieri Andrea Volpe e Salvatore Buscemi, di 36, anche loro in servizio a Mazara. Stralciata la posizione di Raffaele Chiarello, di 60 anni, dirigente dell’area III della prefettura di Palermo Chiarello, per il quale, in un primo momento, dopo l’interrogatorio condotto dal procuratore Di Pisa, era stato ipotizzato il reato di false informazioni al pm. La prima udienza preliminare, davanti al gup di Marsala, è stata fissata per l’1 luglio. A condurre l’indagine, coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e dal sostituto Antonella Trainito, è stata la sezione di pg della Guardia di finanza della Procura marsalese.
Il procedimento trae origine dagli sviluppi del processo che, presso il Tribunale di Marsala, vede imputati il sovrintendente di polizia Vito Pecoraro e Vincenzo Dominici per omissione d’atti d’ufficio e falso. I due, d’intesa con Sorrentino, avrebbero redatto una relazione di servizio – che la Procura ritiene falsa – che li scagionava da ogni imputazione. Nel frattempo, dalle intercettazioni disposte dalla Procura di Marsala, è emerso che il commissario Nicotri, nel 2014, chiese aiuto al vice questore D’Angelo per fare annullare una multa per eccesso di velocità che gli era stata elevata dai vigili urbani di Palermo, dichiarando che stava tornando di corsa a Mazara per ragioni di servizio. Per l’accusa, però, Nicotri era libero dal servizio e quindi avrebbe dichiarato il falso per evitare di pagare la multa. I due carabinieri, Volpe e Buscemi, devono invece rispondere di abuso d’ufficio e falso ideologico per non aver fatto la multa e sequestrato lo scooter al figlio del sovrintendente Sorrentino che guidava senza casco.