Tribunale di Marsala

Carte clonate, il pM chiede una condanna a cinque anni per il titolare di un oleificio

Il pubblico ministero Nicola Scalabrini ha invocato una condanna a cinque anni di reclusione per Paolo Sciacca, titolare di un oleificio alla sbarra con l’accusa di riciclaggio e di uso illecito di carte di credito. Va dunque verso la conclusione il processo che si sta celebrando innanzi al Tribunale collegiale presieduto da Gioacchino Natoli (a latere Giacalone e Quittino).  In sede di requisitoria il pM ha chiesto la condanna ribadendo quanto già formulato dalla Procura, quando è scattato il giudizio, ossia che circa 39mila euro sarebbero finite nel conto corrente di Paolo Sciacca, di 58 anni, titolare di una ditta che si trova a Strasatti (al confine tra Marsala e Petrosino)  attraverso carte di credito che sono risultate clonate. Secondo il pM sarebbero stati commessi sia il reato di riciclaggio che quello dell’uso indebito di carte di credito. Secondo la pubblica Accusa le carte vere (per lo più Visa e Mastercard) sarebbero appartenuti a conti correnti intestati a cittadini americani. In particolare degli Stati Uniti: California, Ohio, Sud Dakota e Illinois. In sede di arringa finale l’avvocato difensore Gabriele Pellegrino ha puntato sull’incosapevolezza del suo assistito sul fatti che le carte fossero clonate, tant’é che Sciacca avrebbe anche emesso una fattura nei confronti di una ditta catanese che poi sarebbe risultata inesistente. A difendere Sciacca sono gli avvocati Gabriele e Stefano Pellegrino: “Il nostro assistito ha fatto tutto alla luce del sole. Ha soltanto venduto olio a degli sconosciuti. La sua buonafede è evidenziata anche dal fatto che se avesse, anche vagamente, immaginato la reale provenienza del denaro non avrebbe mandato avanti la transazione e ha anche rilasciato regolare fattura”. Il difensore ha parlato anche di incompatibilità tra i due reati contestati. La sentenza è attesa per il 19 febbraio.