La storia (non) insegna

Sulla strage di Charlie Hebdo si è già detto abbastanza, il condivisibile e il non. Ci sono tre cose però che mi hanno colpito al di là di tutto: le bambine-bomba in Nigeria, che va oltre la conoscenza dell’orrore e di cui ogni pensiero è superfluo o retorico, e Amhed, l’agente musulmano praticante ucciso dai suoi “non simili”. Ahmed ha difeso la liberta di pensiero dei giornalisti del Charlie che si ponevano critici ed ironici contro la sua stessa religione. Ahmed è il primo esempio di difensore del principio democratico. Un martire moderno. Ma a colpirmi sono stati certi sproloqui di Marine Le Pen che inneggia ad un ritorno della pena di morte e di Matteo Salvini che crea allarmismi. Ieri il Papa ha detto: “No a qualsiasi integralismo religioso”. Non è una frase detta tanto per dire. Sottolineo quel “qualsiasi”. Ha ragione. Ciò mi ha fatto pensare a Tahar Ben Jelloun e al suo “Il razzismo spiegato a mia figlia”: “Non sono le religioni che sono razziste, ma è l’uso che ne fanno gli uomini, talvolta, che viene nutrito di razzismo”. Penso: come maturerà un adolescente che ha visto in tv una strage come quella di Parigi? Un ragazzo scettico come il James di Peter Cameron che afferma: “Sono ateo. Mi verrebbe da ridere a pensare che la religione è considerata una forza positiva. La maggior parte dei conflitti passati e presenti sono dovuti all’intolleranza religiosa”. Questo ragazzo dice ciò perché l’informazione, i media, la politica, la scuola non gli hanno insegnato la storia. Non gli hanno detto che nel 1095 papa Urbano II lanciò una guerra contro i musulmani, che tra l’XI e il XV secolo, i cristiani spagnoli hanno espulso i musulmani e gli ebrei; non gli hanno fatto sapere che in Francia – bando alle esternazioni del “partito dell’odio” di Le Pen – senza gli immigrati, crollerebbe l’economia del Paese. A quel ragazzo non hanno insegnato che il Corano, il Vangelo e la Thorà sono libri sacri contro il razzismo, in quanto affermano che gli uomini sono tutti uguali di fronte a Dio, qualunque nome esso abbia, che lo straniero va amato “come te stesso”. La storia dovrebbe insegnare, dovrebbe…