Zone Franche Urbane: Marsala ha perso i finanziamenti statali

L’ex senatore marsalese Pietro Pizzo, con una nota stampa solleva la questione relativa alla Zone Franche Urbane. Partiamo proprio dall’ex parlamentare perché fu il primo, all’inizio degli anni 90, a presentare una proposta di legge che prevedeva la creazione di una Zona Franca Urbana che comprendesse i comuni di Marsala e Trapani oltre che altre cittadine limitrofe per territorio. Il disegno di legge non ebbe la dignità di approdare in Aula parlamentare dove sarebbe stato comunque, secondo quanto ci ha riferito proprio Pietro Pizzo, sicuramente bocciato. Ma si trattava, come è comprensibile, di una proposta confinata in un territorio. Occorreva invece una maggioranza che si prodigasse per estenderlo ad altre realtà. La vicenda è poi caduta nel dimenticatoio, fino alla fine dello scorso decennio. Infatti proprio nel 2009 furono istituite, dall’allora governo guidato da Silvio Berlusconi, le Zone Franche per quei comuni che, avendo particolari requisiti, avessero presentato la formale richiesta. Sembrava una di quelle leggi destinate a rimanere solo sulla carta e invece alcuni comuni ci hanno creduto e presentato le credenziali per averne accesso. Proprio nella giornata del 16 giugno scorso è arrivata la quantificazione degli importi che verranno erogati. Si tratta di una importo di circa 182 milioni di euro che andranno alle imprese dei comuni che, avendo presentato regolare richiesta, presentano le credenziali giuste. L’Ente erogatore è il ministero per lo Sviluppo Economico. Nella città di Castelvetrano, per esempio sono state individuate ben 110 attività che riceveranno il contributo statale sotto forma di sgravi ed incentivi. Si tratta comunque di qualche milione di euro che sarà destinato all’economia della città belicina. Ben 480 sono le attività commerciali ed artigianali che beneficeranno della legge nella città di Trapani. Infine saranno destinate a 122 richiedenti che hanno presentato la regolare domanda le attività ricadenti nel comune di Erice. In temini aconomici abbiamo capito che cosa abbiamo perso nella nostra città. Marsala infatti non ha mai prodotto nessuna domanda di adesione al progetto. La legge prevede di dare un aiuto alle piccole imprese locali e agevolare la nascita di nuove attività. “Lo scopo – ci ha spiegato Pietro Pizzo – è quello di rafforzare la crescita imprenditoriale ed occupazionale favorendo l’integrazione sociale e culturale degli abitanti di quartieri caratterizzati da degrado urbano e sociale”. Al finanziamento ammontante a complessivi milioni di euro, sono state ammesse le città di Trapani, Erice, Castelvetrano, tutte ubicate nella nostra provincia. Da una indagine fatta dall’ex parlamentare e da noi confermata, la città di Marsala non ha mai inoltrato apposita richiesta. In pratica le aziende ricadenti nel territorio individuato avrebbero potuto ricevere per i primi 5 anni una esenzione totale delle imposte sui redditi, per i successivi 5 anni uno sgravio del 60% poi del 40% infine di un ulteriore 20%. Tra le esenzioni vanno ricordate L’Irap e L’Imu per gli immobili ricadenti nelle Zone Franche Urbane utilizzate dalle imprese. “Perché i parlamentari della nostra provincia non hanno avvertito la necessità di inserire Marsala in questa programmazione?”, si chiede infine Pietro Pizzo che invita anche il sindaco Giulia Adamo a  valutare se esistano ancora le condizioni per inserire la nostra città nel provvedimento. Dalle informazioni assunte dalla nostra redazione, risulta impossibile procedere in tal senso perché non è prevista alcuna riapertura dei termini.