L’inutile maturità

Torna la maturità. Ci risiamo. Oggi centinaia di ragazzi marsalesi e petrosileni  inizieranno la temuta prova. Ma serve davvero la maturità?  Sull’aspetto didattico abbiamo le nostre idee: un colloquio orale con gli insegnati dello stesso anno, sarebbe più che sufficiente. Ma in tempi di spending review proviamo a guardare l’evento annuale sotto l’aspetto economico L’esame di Stato ha un prezzo che oscilla tra i 65.860.476 e gli 80.516.544 euro. Una cifra enorme, per una prova dove il 99,1% degli studenti sarà certamente promosso. Una parte, tra tasse d’esame e tassa di diploma, sarà pagata dai maturandi, il resto è tutto a carico dei contribuenti. In primis i costi delle commissioni d’esame: i docenti richiesti dalle scuole al Miur, vengono pagati direttamente dal Ministero. Il resto è cancelleria: fogli protocollo, fogli bianchi, toner, fotocopiatrici. Sembra assurdo ma nel 2014, al tempo del digitale e dei tablet, le tracce telematiche devono essere stampate e fotocopiate. Infine si deve registrare la spesa della segreteria e dei collaboratori scolastici che durante i giorni dell’esame svolgono mansioni aggiuntive. La somma finale è di 80.516.544. Potrebbero essere spesi in maniera diversa a sostegno proprio di coloro che stanno per entrare nel mondo del lavoro o nel pianeta universitario. Dall’altro canto serve davvero un esame che certifichi con un voto le competenze dei nostri ragazzi? I risultati di questa prova sono davvero utili ad un datore di lavoro per valutare se assumere un giovane? Forse è utile guardare al resto dell’Europa e non solo, per capire. A differenza dell’Italia, in Svezia, per esempio non è previsto un vero e proprio esame di maturità. Le valutazioni ottenute durante il percorso di studi determinano il punteggio finale. Anche negli Stati Uniti non esiste un esame di maturità come il nostro. Il rendimento scolastico degli studenti viene valutato in base ai compiti da svolgere a casa, alle relazioni scritte e ad un esame alla fine del corso. In Inghilterra consiste nella valutazione di tre materie, che variano a seconda della facoltà universitaria alla quale ci si vuole iscrivere. A fare la maturità sono invece gli studenti albanesi, dove la prova è stata introdotta nel 2006; i croati che devono sottoporsi al “drzavna matura” per potersi iscrivere all’università studiando obbligatoriamente almeno tre materie (Croato, matematica e lingua straniera); i tedeschi che, a differenza dell’Italia, hanno commissioni esaminatrici totalmente interne e l’esame è considerato una sorta di “certificazione” del percorso di studi compiuto tant’è che il voto finale è determinato dai risultati raggiunti negli anni precedenti. Ma intanto oggi…. Toccate ferro e quant’altro e buon esame a tutti.