Quote tonno: il Ministero rilascia la licenza

Ancora una giornata intensa sul fronte delle quote tonno. Oggi pomeriggio, intorno alle 15, è finalmente giunta la licenza da parte del Ministero dell’Agricoltura e delle Politiche Forestali che dà alla marineria marsalese il via libera alla pesca del tonno rosso. In mattinata, però, con una decisione alquanto azzardata, Giulia Adamo aveva sottoscritto un’ordinanza sindacale che autorizzava i pescatori lilibetani a effettuare le proprie attività con il sistema del palangaro in attesa della licenza ministeriale. “Siamo al paradosso, alla follia più totale – aveva affermato il sindaco Adamo in mattinata – È intollerabile per un Paese civile vessare i ceti sociali più deboli, mentre ci si riempie la bocca di legalità e antimafia. Ebbene proprio nel giorno dell’anniversario della morte di Giovanni Falcone, sento il dovere di contrastare una burocrazia letale. Una subdola espressione di illegalità che passa sopra tutto e sopra tutti, indifferente al dolore umano”. L’ordinanza del primo cittadino lilibetano era stata anche trasmessa anche al competente Ministero, alla Regione Siciliana, alla Prefettura di Trapani e alla Procura della Repubblica di Marsala, mentre nei giorni scorsi la Adamo aveva presentato un esposto al Tar e una denuncia alla Procura di Roma contro la ripartizione delle quote tonno fissate dal governo nazionale, ritenuta penalizzante per le flotte che utilizzano il sistema del palangaro, come quella marsalese. “È singolare – dichiara ancora il sindaco – come si accusi sempre il Sud di piagnistei e assistenzialismo, sottraendo poi gli strumenti per il suo sviluppo”. La licenza rilasciata ieri dal Ministero non risolve comunque i problemi, come spiega l’armatore lilibetano Uccio Tramati: “Doveva arrivare all’inizio dell’anno, tenuto conto che la pesca con il palangaro è consentita dal 1 gennaio al 31 dicembre. Ritardando il rilascio della licenza, i signori del governo ci hanno danneggiati in un periodo in cui c’era molta richiesta. Oggi il mercato non tira più e molti preferiscono addirittura rinunciare alla pesca”.