Lo Curto: “All’Europarlamento si decidono le nostre vite. Ma i politici italiani non se ne rendono conto”

Eleonora Lo Curto

Eleonora Lo Curto

Come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, la provincia di Trapani affida a due esponenti del Movimento Cinque Stelle (Paola Sobbrio e Ignazio Corrao) le uniche vere possibilità di essere rappresentata al Parlamento Europeo. I partiti tradizionali, in Sicilia, hanno puntato prevalentemente su candidati provenienti dai centri più grandi (Palermo e Catania), mostrando non poche difficoltà a completare le liste da presentare al giudizio elettorale. Unica marsalese (seppur d’adozione) ad aver fatto parte delle assemblee di Strasburgo e Bruxelles è stata Eleonora Lo Curto, ripescata come prima dei non eletti nelle liste di Forza Italia nel 2008 e rimasta per circa un anno all’Europarlamento.

Che ricordo ha di quell’esperienza?

Per quanto possa sembrare distante e lontana, l’Europa decide ogni dettaglio delle nostre vite. Il 75% delle leggi di produzione nazionale devono uniformarsi alle normative europee. Vale per la pesca, l’agricoltura, il commercio. Quando sono stata, per un anno circa, al Parlamento Europeo, mi sono resa conto quanto fosse importante esserci per il nostro territorio, mai rappresentato prima in quella sede. Ho cercato, in poco tempo, di avviare una serie di iniziative a sostegno della pesca, delle piccole e medie imprese e dei trasporti. Ed è proprio dai trasporti che dipende la competitività dei nostri prodotti, che viaggiando quasi esclusivamente su gomma, risultando penalizzati sui mercati internazionali.

D’altra parte, gli enti locali del nostro territorio hanno spesso grande difficoltà a intercettare i finanziamenti europei.

Quand’ero al Parlamento Europeo ho fatto parte della Commissione che si occupa dei finanziamenti e della programmazione. E lì si può misurare tutta l’inadeguatezza dei nostri Comuni e della Regione nel programmare la spesa. Per programmare la spesa si intende la capacità di ottimizzare le risorse, allocarle laddove è necessario implementare un processo di sviluppo e dare le direttive necessarie per fare in modo che i soldi che arrivano dall’Europa siano immediatamente agibili e soprattutto servano allo scopo per cui sono stati stanziati. Invece la Regione Siciliana ha finanziato sagre e manifestazioni che non sono servite a far crescere il tessuto economico e sociale del territorio. Il modo in cui sono state sprecate risorse per la formazione professionale è da criminali della politica. E questa cosa l’ho dichiarata più volte, quand’ero all’Ars. Ma anche con questo governo regionale, è stato smontato il sistema clientelare esistente, ma non si sta riuscendo a proporre un modello di sviluppo nella formazione professionale.

E’ pur vero che i nostri rappresentanti in Europa, spesso, sono sembrati poco più che turisti…

E’ vero, alcuni vanno una volta la settimana, altri una volta al mese. Vale la pena fare un paragone tra il modo di intendere l’Europarlamento dei tedeschi e quello degli italiani. Angela Merkel, ogni lunedì mattina chiamava i suoi deputati al Parlamento Europeo per un briefing e dava loro le consegne. Noi abbiamo visto solo una volta un Ministro… Ricordo che sulla direttiva dei trasporti ho scritto a Berlusconi, al viceministro Reina, catanese e uomo di Raffaele Lombardo, spiegando loro che veniva introdotta una nuova tassa ambientale che avrebbe toccato esclusivamente i trasportatori dell’Italia meridionale: sono stata lasciata sola…

I tedeschi, poi, non credo mandino a Bruxelles gente come Iva Zanicchi…

Assolutamente. I tedeschi, gli spagnoli, mandano persone autorevoli, preparate. I nostri partiti mandano cantanti, veline ed entreneuse…Evidentemente l’Italia non ha mai creduto nella possibilità di incidere sulle scelte che si fanno a Bruxelles e a Strasburgo. Spero che adesso abbiano capito che occorre ridare forza e prestigio alla nostra rappresentanza al Parlamento Europeo.